Che cos’è un hyperbook? In italiano si potrebbe tradurre come iper-libro. Un nuovo tipo di concezione letteraria che, proprio come il celebre Hyperloop di Elon Musk (il progetto del treno futuristico più veloce del mondo), fa della dinamicità la propria natura primaria.
Ideato nel 2017 dallo scrittore Eugene Pitch con il suo thriller “Absorption – I Colori del Sangue”, vediamo ora i principali elementi che caratterizzano l’hyperbook:

1. Descrizioni minimaliste.
L’autore deve dipingere con pochi tratti l’ambientazione e l’aspetto dei personaggi. Il resto sta alla fantasia del lettore che viene lasciato libero di immaginarli come più gli piace.

2. Frasi brevi.
La maggior parte delle frasi sono brevi e spesso invece di collegare una principale e una subordinata con una virgola o un punto e virgola, si opta per un punto. Questa punteggiatura dona più dinamicità al racconto.

3. Capitoli brevi.
I capitoli solitamente non superano le dieci pagine in modo da mantenere vivo l’interesse del lettore.

4. Romanzi non eccessivamente lunghi.
Un hyperbook non deve superare le 60.000 parole. Se un romanzo è troppo corposo è più difficile da assimilare solitamente. Inoltre, al giorno d’oggi, le persone vivono in contesti che lasciano un tempo molto limitato per leggere quotidianamente.

5. Personaggi a 360 gradi.
Troppe volte i personaggi dei romanzi sono piatti perché ci si concentra più che altro sulle vicende narrate o sulla descrizione delle ambientazioni. I personaggi invece hanno diritto ad essere sviluppati a fondo, affrontandone la psicologia e l’evoluzione durante la storia.

6. Uno, nessuno, centomila generi diversi.
L’hyperbook non deve essere confinato al solo genere dei thriller, ma la sua filosofia può ben adattarsi anche ad altri generi letterari. Sta all’autore l’abilità di instillarla nelle sue opere.

7. Coinvolgente fin dalle prime battute.
È importante che il lettore sia proiettato fin da subito nelle vicende del libro. Un prologo, o più semplicemente il primo capitolo, devono evitare inutili e tediose introduzioni, accendendo invece la curiosità del lettore fin dalle prime battute. Lo stile di Dan Brown ne è un esempio lampante.

8. Tanti personaggi.
Come ci ha insegnato il buon George R.R. Martin, disporre di una certa varietà di personaggi ai quali dedicare di volta in volta un singolo capitolo, aiuta a mantenere vivo l’interesse del lettore e rende l’architettura della trama più avvincente e complessa.

9. Capitoli senza fine.
Ogni capitolo di un hyperbook deve terminare lasciando un conto in sospeso con il lettore, il quale si troverà più invogliato a leggere il capitolo seguente per seguire le vicende dei personaggi. Ciò contribuisce alla dinamicità della narrazione.

10. Un colpo di scena non basta.
Nonostante la tecnica del colpo di scena sia sempre efficace, molti scrittori si riservano di utilizzarla solo per il gran finale. Un hyperbook deve essere provvisto di numerosi colpi di scena per spiazzare e coinvolgere chi lo sta leggendo ben prima del gran finale, il quale deve comunque avere sempre un effetto sorpresa di per sè.

Ora che vi siete fatti un’idea più chiara su che cos’è un hyperbook, che cosa state aspettando? Entrate anche voi nello straordinario mondo di Eugene Pitch e dei suoi hyperbook!